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Il lavoro a distanza cambia le regole del gioco

In questo momento particolare credo che chiunque si sia reso conto di come il lavoro a distanza (o telelavoro) abbia aperto una finestra importante e molto attesa sulle possibilità di sviluppo nel mondo del lavoro in Italia.

Se ne parla un po’ a tutti i livelli, chi con voce critica, chi a favore. Personalmente sono molto favorevole a questa tipologia d’impiego: vi spiego brevemente il perché.

Il Lavoro a distanza libera risorse

Niente spostamenti = niente spese. Si tratta di evitare l’utilizzo dell’auto, con gli evidenti costi legati al consumo di carburante e usura, manutenzione, svalutazione del mezzo; magari anche i pedaggi. Stesso dicesi per chi predilige l’utilizzo dei mezzi pubblici: niente biglietto. Estendiamo il ragionamento al comportamento medio del pendolare? Niente cornetto, cappuccino, bottiglietta d’acqua di ordinanza, caffè e snack alla macchinetta. Moltiplicate per 330 giorni.

Fin qui tutto bene, dal punto di vista del lavoratore. E l’azienda? Credo valga un discorso analogo. Consideriamo quanto possa spendere annualmente un’azienda in forniture elettriche destinate ad alimentare un terminale per 9 ore al giorno e l’illuminazione dell’ufficio, condizionatori e riscaldamenti. Ancora: vuoi non fornire un buono pasto giornaliero o organizzare una mensa con relativo personale per il dipendente? Azzera tutto.

Se poi andiamo a pensare in grande, una sede con pochi uffici necessita di metrature inferiori generando costi di acquisto o locazione ridotti. Lascio agli esperti il calcolo, ma sono certo che qualche lampadina si sia già accesa.

L’ambiente ringrazia

Inutile girarci intorno: oggigiorno chi siede alla guida di una Mercedes fiammante se ne resta incolonnato nel traffico esattamente come chi arranca su una Fiat Panda 750 del 1986 (mia prima gloriosa auto). Lavorare da remoto permette di levare entrambe le tipologie di mezzi dalle nostre strade, abbattendo così l’inquinamento.

E’ davvero l’uovo di Colombo, anche perché oltre alle emissioni, si riducono i tempi di percorrenza di chi lavora “alla vecchia maniera” poiché il traffico è più fluido. Alimentando in questo modo un circolo virtuoso anche in termini di tempo libero. Non è poi così male, no?

Il lavoro a distanza aumenta la produttività

E’ meglio stare 8 o 9 ore con gli occhi incollati al terminale, stretti in un completo, con l’ansia di essere magari ripresi ad ogni break da un capo con la luna storta, oppure vi sembra più confortevole lavorare in t-shirt sul divano (come il sottoscritto in questo momento)? Attenzione a non cadere nel tranello “eccoli, i fannulloni!” perché non c’è nulla di più sbagliato.

Il lavoro a distanza

Una condizione confortevole migliora nettamente il rendimento, perché lavorare in assenza di stress e concedendosi piccole pause, aumenta la soglia di attenzione. In questo senso possiamo anche dire che il lavoro a distanza premi il merito. Intendo dire che, se un impiegato particolarmente zelante riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati in un tempo inferiore, fisiologicamente ne avrà di più a disposizione per fare ciò che gli pare. E all’azienda interessano i risultati, possibilmente in fretta. Certo, è essenziale che si verifichino alcune condizioni:

  • Il lavoratore a distanza deve organizzare molto bene il suo tempo, altrimenti c’è il rischio di lavorare sempre;
  • Occorrerà configurare il lavoro in una logica “per obiettivi”;
  • E’ imprescindibile uno strumento di controllo, che il responsabile dovrà monitorare per evitare squilibri.

Cambia il lavoro, anche quello tradizionale

Chi lo dice che il lavoro a distanza non impatti anche sul lavoro in presenza? Facciamo un esempio semplice semplice, utilizzando un brand che tutti conosciamo. Spesso si parla di individuare una zona della casa, sia essa un’intera stanza oppure solo un angolo organizzato, in cui dedicarsi alle attività lavorative. Questo per staccare anche psicologicamente nei momenti di pausa e, nel contempo, evitare distrazioni sul lavoro.

Il lavoro a distanza

Ecco, pochi giorni fa ho letto che un gigante dell’arredamento come Mondo Convenienza ha inserito una nuova linea nella sua rete di vendita, da sempre esclusivamente incentrata sulla casa. E indovinate un po’? Si tratta proprio dell’arredo ufficio. Questo significa che chiunque può organizzare un angolo di casa per adibirlo ad attività professionali con un investimento davvero accessibile (si parla di meno di 150 euro per scrivania, sedia girevole e libreria entry level). Non c’è IKEA che tenga.

Credete che la tempistica del lancio sia casuale? Io penso proprio di no. Penso invece che certe aziende siano smart, ed abbiano fiutato che il vento (finalmente) sta cambiando.

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